Percorsi delle escursioni trekking:
1° giorno – ISOLA D’ELBA – La Dorsale Orientale.
Percorso: Cavo – Porto Azzurro
Durata: 8 ore
Lunghezza: km 17,6
Quota massima: mt 516 slm
Dislivello complessivo: mt 878
Interesse: geologico, storico, panoramico
Si parte da Cavo (mt 2 s.l.m.), il paese Elbano più vicino al continente, ed iniziamo a salire in direzione di Monte Grosso, percorrendo un sentiero circondato da piante di cisto e rosmarino. Arrivati sulla vetta di Monte Grosso (mt 348 s.l.m.), dove si trova ancora ben conservato “Il Semaforo”, un’importante postazione militare di vedetta usata dai soldati italiani durante l’ultima guerra mondiale, ci si trova davanti ad un panorama superbo.Ad Est il paese di Cavo, i tre isolotti posti tra l’Elba e il continente( Topi, Palmaiola e Cerboli) e, oltre il canale di Piombino, la costa italiana; ad Ovest tutto il lato Nord della costa Elbana. Dopo essere scesi dal lato occidentale di Monte Grosso, circondati da una lussureggiante vegetazione, attraversiamo la Valle delle Fiche per poi salire ripidamente sul panoramico Monte Strega (425 s.l.m.), dalla cui vetta si possono osservare le miniere di ferro sottosanti. Continuando lungo il panoramico sentiero di cresta, in un susseguirsi di piccoli saliscendi, arriviamo sul culmine di Monte Capannello (mt 406 s.l.m.), punto di osservazione ideale sulle baie di Bagnaia e Nisporto, oltre che sul sottostante paese di Rio Elba. Il sentiero ci porta fino alla pineta delle Panche (mt 325 s.l.m.) da dove iniziamo a salire in direzione della vetta più alta della giornata: Cima del Monte (mt 516 s.l.m.). Una volta raggiunta la vetta il panorama è maestoso, si domina tutta L’Elba Orientale e in particolare il castello del Volterraio e la baia di Portoferraio. Scendendo sempre con il mare sui due lati del sentiero arriviamo alla Piana della Principessa (mt 339 s.l.m.), importante sito archeologico, per poi risalire su Monte Castello (mt 389 s.l.m.) ed ammirare la sottostante valle del Monserrato, con il suggestivo santuario spagnolo, ed il paese di Porto Azzurro, dominato dalla settecentesca fortezza di San Giacomo. Scendendo, lasciamo le suggestive rocce rosse della dorsale Orientale e dopo aver attraversato oliveti e vigneti, entriamo nell’abitato di Porto Azzurro (mt 1 s.l.m.) dove termina la prima tappa.
2° giorno – ISOLA D’ELBA – La vetta dell’Elba
Percorso: Fetovaia – Marciana Marina
Durata: 9 ore
Lunghezza: km 19,5
Quota massima: mt 1019 slm
Dislivello complessivo: mt 1040
Interesse: storico archeologico, naturalistico, paesaggistico
Si parte dalla spiaggia di Fetovaia, percorrendo la vecchia mulattiera costiera fino al paese di Pomonte, quindi, circondati dai terrazzamenti dei vigneti, si risale la valle omonima fino alla Terra (mt576s.l.m.). Saliamo poi verso le spettacolari vette granitiche dell’Elba,toccando il Monte di Cote (mt. 950 S.l.m.), La Galera (mt. 968 s.l.m.) Monte Capanne (mt. 1019s.l.m.), il punto più alto dell’Elba. Percorrendo questi sentieri potremmo ammirare dall’alto L’Elba,tutte le isole minori dell’Arcipelago Toscano, la Corsica e buona parte della costa toscana. Scendendo dal versante nord orientale del monte Capanne, visitiamo il pittoresco borgo medioevale del Poggio (mt. 330 s.l.m.), e proseguendo sotto un fresco sentiero ombreggiato da lecci e castagni arriviamo a Marciana Marina.
3° giorno – CAPRAIA
Percorso: Porto – Stagnone – Lo Stagnone – M.te Castello – Colonia agricola Penale – Porto
Lunghezza: km 11
Quota massima: mt 445 (m.te Castello)
Dislivello complessivo: mt 520
Durata: circa 5 ore
Difficoltà: medio
Interesse: Paesaggistico, geologico, naturalistico, storico
L’isola di Capraia è il vulcano dell’Arcipelago Toscano. Dopo averne ammirato le suggestive scogliere dal mare, dove spicca acceso e violento il rosso vivo delle rocce di Cala Rossa, entriamo nel Poticciolo di Capraia, sovrastato dagli imponenti bastioni di Forte San Giorgio. Dopo una breve passeggiata che dal porto ci porta nel paesino iniziamo il nostro trekking sulla terza Isola dell’Arcipelago per dimensioni, circondati dai profumi della gariga. Camminiamo verso il centro dell’Isola fino a raggiungere lo Stagnone (mt 318 s.l.m.), un piccolo laghetto,di grandissima importanza per la fauna ed in particolare per l’avifauna migratoria: è questo uno dei luoghi più suggestivi e naturalisticamente più importanti dell’intero Arcipelago. Lasciato il laghetto, con le sue essenze profumate, continuiamo a salire fino a raggiungere la vetta di Capraia, il Monte Castello (mt 445 s.l.m.), godendo di meravigliosi scorci panoramici anche sulla Corsica: la nostra prossima meta che ci sovrasta ad ovest. Continuiamo verso nord ed incominciamo ad incontrare le strutture ormai abbandonate dell’ex colonia agricola Penale, la Lavenderia, il Caseificio, l’ovile, ma sopratutto le imponenti opere di terrazzamento che testimoniano il grandioso lavoro compiuto dai reclusi per oltre un secolo. Il panorama superbo, la macchia profumata, le rocce sanguigne, figlie di un turbamento geologico, ci regalano un ambientazione superba. Le rovine di insediamenti pastorali, militari e sopratutto carcerari, con il loro carico di sofferenza e poesia, rendono il tutto estremamente denso di emozionalità. Dopo aver ammirato dall’alto la spettacolare scogliera del Dattero, ritorniamo al Porto passando di fianco alle strutture principali della colonia agricola.
4° giorno – CORSICA
Percorso: Macinaggio – Bargaggio (I sentieri Dunali)
Durata: 4 ore
Lunghezza: km 14
Difficoltà: facile
Dislivello complessivo: mt 300
Interesse: paesaggistico, naturalistico, storico
Si parte dalla spiaggia di Macinaggio e si prosegue lungo costa, fra spiagge selvagge adornate da contorti ginepri secolari,e scogliere ricoperte dai lentischi. Dopo aver superato la spiaggia di Tamarone, raggiungiamo la prima Torre Genovese del percorso, proseguendo in un ambiente integro, dove il silenzio ed i profumi della macchia e del mare sono sovrani incontrastati. Superata la cappella di Santa Maria, costruita sopra un preesistente edificio religioso, ritorniamo lungocosta, fino a raggiungere le rovine della torre di avvistamento genovese di “Santa Maria”, costruita sul promontorio davanti alle Isole Finocchiarola, isole famose per la nidificazione del gabbiano corso (laurus audouinii). Proseguiamo in un continuo variare di scorci di scogliere che si specchiano nel mare, fino a raggiungere la punta dell’Agnello, anch’essa caratterizzata da una Torre di avvistamento. Siamo davanti all’Isola della Giraglia, sull’estremo nord della Corsica, il panorama è superbo, i colori netti e luminosi. Ci spostiamo verso ovest, per camminare lungo surreali dune bianche, passando su sentieri tortuosi che si incuneano tra maestosi ginepri modellati dal vento, fino a raggiungere il piccolo porticciolo di Barcaggio:Dopo essere giunti nel piccolissimo paesino rientreremo a Macinaggio, il porto più sicuro per passare la notte in questo tratto di costa, che in caso di vento forte non perdona.
Percorso: Erbalunga – Silgaggia – Ovili di Prunelli – M.te Stello – Erbalunga
Durata: 8 ore
Lunghezza: km 14
Difficoltà: Media
Dislivello complessivo: mt 1400
Quota massima: mt 1307 (Monte Stello)
Interesse: storico, naturalistico, panoramico
Lasciata la marina di Erbalunga, saliamo verso il paesino di Silgaggia, dove i piccoli cimiteri familiari, tipici del Nord della Corsica, sono particolarmente curati: da qui saliamo rapidamente lungo un agevole sentiero, da cui si può ammirare l’austera architettura di Silgaggia. Saliamo costeggiando il torrente Arega per poi raggiungere, in un contesto man mano sempre più selvaggio, gli ovili di Prunelli. Continuiamo verso il passaggio obbligato della Bocca di Santa Maria, che ci permette di ammirare la piramide del Monte Stello. Il sentiero sale inizialmente girando intorno alla vetta, poi dalla via di cresta e, una volta raggiunta la vetta, possiamo ammirare uno spettacolare panorama che domina tutto il “Dito” della Corsica, con la vista che spazia dal golfo di San Florence, alla Giraglia e a Bastia. Volgendo lo sguardo a Sud, si ammirano gli imponenti contrafforti del massiccio centrale, mentre ad Est possiamo ammirare nella sua interezza l’Acipelago Toscano, con le nostre mete passate e future. Lasciata la vetta torniamo verso Erbalunga, da dove navigheremo verso l’Elba per raggiungere la splendida Cala della Cotaccia, dove passeremo la notte.
5° giorno – PIANOSA
Durata: 8 ore
Lunghezza: km 19,5
Interesse: storico, geologico, paesaggistico
Al mattino partiamo costeggiando le alte scogliere di “campo lo feno”; dirigiamo la nostra prua verso Pianosa, dalla piatta sagoma; in poche decine di minuti, lungo un tratto di mare particolarmente frequentato dai delfini, siamo pronti per sbarcare sulla quarta Isola del nostro trekking di mare: Pianosa. Tocchiamo terra nel surreale porticciolo di Pianosa, stupiti dal silenzio irreale e dalle architetture arabeggianti che lo contornano: Dopo aver vistitato il paesino ormai disabitato si inizia a camminare all’interno dell’Isola osservando le strutture ed i coltivi ormai abbandonati dell’ex colonia agricola.In questa zona si incontrano numerose Pernici rosse e fagiani, introdotti sull’Isola oltre due secoli fa quando Pianosa era riserva privata di caccia del GranDuca di Toscana. Ammirando i bellissimi muri a secco che caratterizzano l’Isola, raggiungiamo il castello del Marchese, elegante edificio costruito sul vertice settentrionale dell’Isola ed adibito nel corso della sua romanzesca storia a molteplici usi. Sotto di noi la bellissima baia del porto Romano, le cui acque cristalline sono esaltate dalle friabili rocce bianche che ne delimitano i confini. Ritornando a meridione lungo la costa Occidentale, e una volta raggiunto il golfo della Botte, andiamo a visitare gli antichi lavatoi e l’acquedotto Romano. La nostra escursione continua lungo la bellissima costa Pianosina (dove possiamo ammirare numerosi uccelli marini tra cui spicca la berta maggiore), sempre avvolti negli intensi profumi della macchia mediterranea e con la sensazione, data dall’assoluta mancanza di rilievi, di poter raggiungere camminando sia l’Elba che la Corsica. Dopo aver visitato ai resti della villa Romana di Agrippa, terminiamo l’escursione sulla spiaggia di Cala Giovanna, unico luogo dove è consentita la balneazione a Pianosa In serata ritorniamo all’Elba veleggiando speditamente fino alla baia di Fetovaia dove passeremo la notte.
6° giorno – GIGLIO
Percorso: Giglio Porto – Giglio Castello – Poggio della Pagana – Colle dei Castellucci – Punta del Cappel Rosso – Caldana – Giglio Porto
Durata: circa 6 ore
Lunghezza: km 15
Difficoltà: media
Dislivello complessivo: mt 600
Salpiamo all’alba per effettuare la navigazione più lunga del nostro giro che ci porterà al Giglio, la seconda isola per dimensioni dell’Arcipelago. Se le brezze ci sono favorevoli potremo impostare una rotta ideale che ci consentirà di vedere da vicino l’Isola di Montecristo, una montagna di granito a forma di cono vulcanico, alta 645 metri, imponente e selvaggia, dove non si può sbarcare ne navigare attorno, perché è una riserva naturale integrale. Il sole è già alto quando entriamo nel porticciolo del Giglio, dove sbarchiamo e iniziamo a camminare dal paese di Giglio Porto.Risaliremo lungo un bella mulattiera che ci conduce fino al Castello, (mt 400 s.l.m.), da cui, dopo un breve tratto di strada, iniziamo a percorrere un sentiero molto panoramico che ci conduce fino al Poggio della Pagana (mt 496 s.l.m.). Continuiamo, lasciandoci a destra il Colle di Castellucci (mt 470 s.l.m.) e, proseguendo in direzione Sud, incontriamo numerosi rifugi pastorali. Man mano che l’esposizione a Sud diviene maggiore, la vegetazione diventa sempre più bassa e arida Continuiamo circondati da questa bassa gariga, fino a raggiungere il Faro di Cappel Rosso (mt 69 s.l.m.). Da qui si scende fino alla punta omonima, per poi proseguire sulla scogliera ed ammirare la bella Cala dello Spalmatoio. Ritorniamo indietro fino al faro, per poi scendere verso la costa orientale, inizialmente circondati dalle tipiche essenze della macchia mediterranea e poi dai vigneti, anche qui ormai in gran parte abbandonati. Il tratto finale si snoda lungo costa in un continuo susseguirsi di scorci marini di grande bellezza, dove spicca per luminosità e trasparenza, la piccola spiaggia granitica delle Caldane. Avvolti nei colori e nei profumi della gariga e dei vigneti, ritorniamo al porto dopo 15 km di escursione.